/image%2F4074577%2F20240114%2Fob_94a1f3_photo-2024-01-14-18-31-22.jpg)
Lo scorso autunno Editore Mannarino ha pubblicato Troppo noi, fiabe per adolescenti di Fiammetta Segala e Carla Simoni. Ho già avuto modo di scrivere qui di ciò che ho pensato di questo splendido libro. Mi è sembrato opportuno intervistare una delle autrici, Fiammetta Segala, per parlare delle origini e delle motivazioni di questo progetto a quattro mani.
L'intervista è stata realizzata in autunno.
Buongiorno Fiammetta, potrebbe parlarci prima delle vostre origini e poi del vostro percorso accademico? Come siete arrivata a diventare un'insegnante? È stata una vocazione?
Sono nata a Brescia e ho sempre vissuto in provincia fino a pochi mesi fa, salvo il periodo dei miei studi universitari a Pavia dove mi sono laureata in lettere moderne con indirizzo storico artistico. I miei genitori mi hanno avuto in tarda età e mi hanno trasmesso l’amore per la conoscenza e per l’arte. Sono diventata insegnante quasi per caso, consigliata da mia madre, sostenendo un concorso e vincendolo. Ho scoperto un mondo affascinante, impegnativo e vivo e col tempo ho capito quale privilegio sia occuparsi dei bambini e dei ragazzi nel loro percorso di apprendimento.
Dopo tanti anni di insegnamento, cinque anni fa ho sostenuto e superato un concorso per ricoprire la mansione di tutor coordinatore nella facoltà di scienze della formazione primaria presso l’università cattolica del sacro cuore di Brescia. In questo modo, ho potuto seguire ragazze e ragazzi che hanno scelto di diventare insegnanti e soprattutto ho avuto il privilegio di condividere la mia esperienza professionale.
Pensate che il vostro orientamento storico e artistico abbia influenzato il vostro modo di insegnare? E se sì, come? Potete fornirci qualche esempio?
L’amore per l’arte e la letteratura sono sempre presenti in modo naturale in tutti gli ambiti della mia vita e quindi anche nell’esperienza professionale. Ad esempio, in passato, insegnai matematica utilizzando l’Odissea e l’Eneide. Non esistono compartimenti stagni nel sapere e non esistono vincoli tali da impedire anche ai più piccoli di approcciare la cultura, ovviamente declinata ad hoc per loro.
I vostri libri combinano testi e disegni. L'amore per l'arte e la letteratura non fa di per se un artista. Da dove attingete la vostra ispirazione? Avete seguito una formazione in questo campo?
Avete avuto dei modelli di riferimento particolari?
Mi sono laureata in lettere con indirizzo storico artistico e ho seguito privatamente dei corsi per affinare qualche tecnica. Mi piacciono numerosi artisti a prescindere dalle epoche e dagli stili. L’ispirazione per me nasce sempre dalla parola. Io illustro la parola, la vesto con un disegno come fosse un abito cercando di prolungare e amplificare il senso di ciò che voglio trasmettere.
Quindi è il disegno a “servire” il testo e non il contrario?
Nel mio caso sì, il mio medium privilegiato è la scrittura.
/image%2F4074577%2F20240109%2Fob_d05f83_9788896708583-0-536-0-75.jpg)
Veniamo alla vostra scrittura. Nel 2016 avete pubblicato "Il cuore sul banco", un libro in cui esplorate la grande questione delle emozioni nei bambini e nelle bambine, e più in particolare il problema della gestione delle loro emozioni. Innanzitutto, potete dirci da dove è nata questa idea?
Nel mio lavoro di insegnante mi trovavo e mi trovo quotidianamente nella condizione di gestire momenti di “impaccio” emotivo. Quel libro nacque un po’ per giorno osservando le dinamiche delle classi a me affidate. Non voleva e non vuole essere la panacea di tutte le difficoltà, ma sviluppa un’idea di supporto giocoso e efficace. Con quei testi e disegni ogni bambino può individuare dei propri aspetti e sentirsi meno solo: il primo passo per superare un inciampo.
Secondo voi, perché ritenete che il tema della gestione delle emozioni sia così importante? Pensate che in passato i ragazzi e le ragazze fossero meglio attrezzati per gestirle, oppure si tratta di un problema senza tempo di cui oggi siamo più consapevoli?
Credo che un tempo, in generale, non si facesse molto caso alle emozioni dei piccoli. Le famiglie erano diverse, diversi i tempi e le necessità, forse diversi anche i bambini. Adesso c’è una opportuna attenzione a una sfera che sarà determinante per la vita adulta.
/image%2F4074577%2F20240109%2Fob_4ce55d_nzo.jpeg)
Voi e Carla Simoni avete appena pubblicato "Troppo noi", un libro rivolto agli adolescenti.
Come è nato questo progetto comune? Avevate già lavorato con lei?
Non avevamo lavorato insieme precedentemente. Ho incontrato Carla durante una serata di presentazione di un mio libro. Conoscendola e conoscendo il suo lavoro e il suo approccio al mondo degli adolescenti, ho capito che poteva nascere una buona sintonia. Le ho parlato del progetto a cui stavo lavorando e le ho proposto una collaborazione. Lei ha accettato con entusiasmo.
In questo libro, affrontate un'ampia gamma di emozioni, problemi e questioni che gli adolescenti devono affrontare. Potete parlarci del vostro processo creativo? Per esempio, proponete ai lettori una sorta di rilettura di alcuni racconti o fiabe, con un'illustrazione per ciascuno di essi. Da dove avete tratto questa ispirazione particolarmente riuscita?
Mi ha sempre affascinato il racconto fiabesco e la declinazione in chiave metaforica. La fiaba ha, per sua natura, una funzione segretamente educativa. In “Troppo noi” viene svincolata da questo aspetto a favore di una funzione prettamente narrativa, cercando di raccontare alcuni aspetti del percorso verso l’adultità, astenendosi dal giudizio, ma ampliando la sfera della comprensione e del riconoscimento .
/image%2F4074577%2F20240109%2Fob_1af3f5_capture-d-ecran-2024-01-09-a-17-27.png)
Certo, alcune fiabe, e quindi alcuni temi, risuonano un po' più sensibilmente con le notizie delle ultime settimane. Penso in particolare a Barbablù. Quali sono stati i vostri sentimenti personali come autrice di questo libro?
Avrei voluto che non esistesse la necessità di scrivere la parte relativa a Barbablù che racconta l’idea del possesso di una persona su un’altra persona camuffando un abuso con l’ alibi dell’amore. Il possesso non è mai amore. Mai. In questi giorni, l’Italia è scossa dall’ennesimo caso di femminicidio. Credo che parlare ai ragazzi e alle ragazze, aiutandoli a individuare precocemente i segnali di allarme possa aiutare. Purtroppo troppo spesso le donne, di qualsiasi età e condizione si trovano in situazioni che degenerano in violenze di ogni tipo.
In generale, avete lavorato insieme per definire gli argomenti da trattare? O ognuna di voi aveva argomenti più personali che voleva trattare, in base alle proprie esperienze professionali e personali?
Io e Carla abbiamo lavorato in parallelo sfruttando competenze tecniche diverse, in un processo di dialogo sempre fattivo e arricchente. Ci siamo confrontate, chiarite, evolute in una metamorfosi positiva. In questo piccolo libro le parole sono state scelte e pesate una per una. Carla ha letto i miei testi, osservato le mie illustrazioni come io ho studiato i suoi scritti. Credo che questo sia un grande punto di forza del nostro lavoro: una grande sinergia a servizio degli altri.
Sulla quarta di copertina si legge: "l'intendo è che il libro possa essere di supporto agli adolescenti, a coloro che li accompagno nel loro percorso e a chi vuole riscoprire la propria adolescenza". In effetti, questo libro può essere considerato un'opera per tutti. In fondo, il mondo delle fiabe ha la magia dell'universalità.
Avete avuto qualche riscontro dopo la pubblicazione? Chi sono stati i primi ad acquistare il libro? Adolescenti, potenziali genitori o educatori?
Il libro è uscito da poco tempo, eppure mi scrivono tanti insegnanti ed educatori interessati anche a parlare di questo lavoro all’interno delle scuole. Negli ultimi giorni hanno iniziato a scrivermi anche degli adolescenti che chiedono informazioni o semplicemente vogliono comunicare la gioia di essersi riconosciuti in alcune parti del volume. È bellissimo.
Precisamente, cosa ha dettato la scelta del bianco e del nero (con qualche tocco di blu per Barbablù...)? Non è una cosa così comune.
La mia intenzione era di dare un taglio gotico alle illustrazioni per renderle più attrattive in sintonia a una fascia d’età che si sta distaccando con forza dal periodo dell’infanzia. Per me è stato gratificante creare questi soggetti poiché ritengo che ci sia molto di me stessa in uno stile talvolta forse un po’ crudo, ma anche misterioso e onirico.
Il risultato è particolarmente riuscito. C'è un artista o un illustratore il cui lavoro vi ha ispirato, sia per Troppo noi che in generale?
Non mi ispiro a un artista o un designer preciso. Credo tuttavia che la mia passione per l’arte e il design influiscano sempre in ciò che produco.
Parliamo del titolo del vostro libro, Troppo noi. Come è stato ispirato?
Il titolo è stato suggerito da mia figlia di diciassette anni. Non riuscivo a trovare nulla di soddisfacente. Una mattina mi ha detto: che ne dici di “troppo noi?”. Mi ha spiegato che nello slang giovanile, i ragazzi quando vedono qualcosa in cui si riconoscono usano questa espressione. Quindi questo modo di dire mi è sembrato perfetto per lo scopo del libro.
Tra tutte queste fiabe, ce n'è una che vi piace particolarmente e, se sì, quale e perché?
Ovviamente le fiabe a cui sono più affezionata , sono quelle che in qualche modo sono legate strettamente alle esperienze di vita mie o dei miei cari. Sicuramente amo molto la sirenetta che, non a caso, appare in copertina. Stavo mettendo a fuoco le idee, quando ne parlai con il mio migliore amico che, ahimè, ho perso a causa di una malattia nel 2018. Gli parlai dell’idea di legare le fiabe classiche a emozioni e esperienze del periodo adolescenziale. Nello specifico, parlammo di “ unicità “ e di “discriminazione” . Entrambi pensammo alla Sirenetta. E da lì è partito tutto.
Uno dei grandi punti di forza di questo libro mi sembra essere l'affetto che voi e Carla Simoni sembrate avere per gli adolescenti e la tenerezza che provate nei loro confronti rispetto a tutte le difficoltà che possono incontrare...
Tempo fa durante un incontro culturale, gli adulti parlavano dei giovani con toni piuttosto ostili. La distanza generazionale rischia di evidenziare maggioremente gli aspetti negativi. Credo sia un errore, gli adolescenti con cui abbiamo a che fare oggi sono i nostri figli, i nostri nipoti e sono figli di questo tempo. Amare loro vuol dire, amare anche gli adolescenti che siamo stati e che, in parte continuano a vivere in noi. Certe emozioni, certe sensazioni prescindono il periodo storico. Sono universali. Alzare dei muri in un periodo della vita in cui i ragazzi hanno un enorme bisogno di essere ascoltati, di essere visibili, di essere incoraggiati credo sia insensato.
_____________________________________
Biblografia di Fiammetta Segala :
- Rime ri mate. La matematica in rima. Ediz. illustrata (2016)
- Il cuore sul banco. I sentimenti dei bambini e delle bambine a scuola (2018)
- Troppo noi. Fiabe per adolescenti con Carla Simoni. Editore Mannarino - 80 pagine - ISBN 979-12-5966-037-4
Prima stampa: settembre 2023
Ordinabile presso l'editore, il vostro libraio di fiducia o online.
___________________________________
Vi è piaciuto questo articolo? Sentitevi liberi di condividerlo!
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️