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L'Ambidextre

L'Ambidextre

BD, Livre, Dessin, Peinture, Musique, Jeu Vidéo


Intervista a Luca Ferrara e Antonio Recupero

Publié par Xavier Arnaud sur 30 Juillet 2020, 10:56am

Catégories : #LeDessinDuJour, #disegnodelgiorno, #Dorando Pietri, #Luca Ferrara, #Antonio Recupero, #Les entretiens de l'Ambidextre, #Tunue

 

Luca Ferrara e Antonio Recupero

Per il Disegno del giorno ho dovuto contattare Antonio Recupero e Luca Ferrara. Essendo andato via per fare una breve presentazione, ho pensato che sarebbe stato interessante fare un'intervista più lunga. Insieme parliamo della loro carriera e della storia di Doriando Pietri, di cui hanno scritto e disegnato la storia nel 2016 per le Edizioni Tunué. Prima di tutto, ho chiesto loro di presentarsi. Li ringrazio per la loro grande gentilezza e disponibilità.
Intervista di Xavier Arnaud.

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Luca Ferrara è fumettista e pubblicitario, nato a Cava de' Tirreni nel 1982. Per Round Robin Editrice ha disegnato e co-sceneggiato “Pippo Fava, lo spirito di un giornale" (2010), con cui vince il premio Siani; "Antonino Caponnetto, non è finito tutto" (2012), scritto con Luca Salici; "Ruby, sesso e potere ad Arcore" (2014), scritto dal giornalista de Il Fatto Quotidiano, Gianni Barbacetto; e “Mediterraneo”, scritto dal giornalista e autore, Sergio Nazzaro.
Con Tunué ha pubblicato "Gli Altri" (2013), dal testo teatrale di Maurizio De Giovanni su sceneggiatura di Alessandro di Virgilio, e "Dorando Pietri. Una storia di cuore e di gambe." (2016), scritto da Antonio Recupero. Per Glénat ha disegnato "Fela back to Lagos" (2019). Attualmente al lavoro per Futuropolis.

 

Antonio Recupero (Messina, 19 aprile 1977) è uno sceneggiatore di fumetti. Durante gli studi di Giurisprudenza all'Università di Messina, si iscrive anche alla Scuola Internazionale di Comics di Roma, dove frequenta nell'anno 1996/97 il corso di sceneggiatura sotto la guida di Giorgio Pedrazzi e Roberto Dal Prà. Diplomatosi, torna in Sicilia, ma nel frattempo inizia a collaborare con la webzine Utopia, il primo portale internet italiano ad occuparsi di fumetti. A Barcellona Pozzo di Gotto, dove ha sempre vissuto, inizia anche a collaborare con le attività dell'Associazione Culturale Fumettomania, scrivendo per la loro rivista e collaborando alla realizzazione di eventi legati al mondo del fumetto in Sicilia. Nel corso degli anni scriverà anche articoli sul fumetto per diversi siti specializzati.
La prima pubblicazione arriva a nel 1998, con “Stonewing n.0” un albo autoprodotto per l'etichetta indipendente Perfect Trip Production. Il progetto si ferma sul nascere però, per la chiusura dell'editore.
Nel 2003, entra a far parte del Gruppo Trinacria, associazione di promozione dei fumettisti siciliani, per il quale scrive delle storie destinate al sito internet dell'associazione e che vengono esposte durante gli eventi organizzati dal Gruppo.
Nel 2004 inizia a collaborare con Cronaca di Topolinia, etichetta editoriale dell'Ass. Culturale Alex Raymond di Rivoli (TO), per la quale, su soggetti di Azzurra Tacente, sceneggia il sesto episodio della serie spionistica M.I.S. (disegnato da Vincenzo Riccardi) e il secondo special della serie fantasy “La saga di Ho-Lan”, disegnato da Giuseppe De Luca coi colori di Ketty Formaggio.
Nel 2006 si trasferisce a Roma, dove inizia a lavorare nel settore uffici stampa e comunicazione aziendale. Nel 2007 pubblica per Tunué, sulla rivista “Mono n.3: Acqua” la storia Torello, con i disegni di Cristian Di Clemente, nel 2008, su “Mono n.4: Cibo” esce la storia “Invito a cena”, disegnata da Giovanni Ruello.
Nel 2010 la collaborazione con Tunué si consolida, con la pubblicazione del graphic novel “Non c'è trucco”, che vede nuovamente Cristian Di Clemente ai disegni.
Nel 2012, per Primiceri Editore, esce il graphic novel satirico “Basta una firma”, per i disegni di Salvatore Amedei e i colori di Massimo Travaglini.
Nel 2014, per Round Robin Editrice, esce “OPG – Socialmente Pericolosi”, disegnato da Iacopo Vecchio, una docufiction sul fenomeno degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dove l'autore ha svolto negli anni precedenti opera di Servizio Civile.
Nel 2016, nuovamente per Tunué, pubblica “Dorando Pietri, una storia di cuore e di gambe”, disegnato da Luca Ferrara, dedicato al maratoneta emiliano. Il libro inaugura peraltro il rilancio della collana a tema sportivo “Traguardi”, ideata dall'editore di Latina.
Nel 2017, per Magic Press Edizioni, pubblica il libro “Magnotta Wars”, con i disegni di Fabrizio Di Nicola, ispirato al personaggio del bidello abruzzese diventato noto negli anni ‘90 per essere stato vittima di alcuni scherzi telefonici che vennero poi diffusi in maniera virale in un’epoca pre-internet.
Attualmente, all'attività di sceneggiatore, non solo per il fumetto, affianca varie attività nel settore comunicazione.

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Ciao Luca e Antonio. Grazie per aver accettato questo colloquio congiunto. Per cominciare, potrebbe dire ai lettori di L'Ambidextre come si è avvicinato al fumetto? Quali sono state le sue prime letture?

Antonio Recupero: Leggo fumetti praticamente da sempre. Quando la maggior parte dei miei coetanei iniziavano a leggere con Topolino e altre pubblicazioni Disney, io ho iniziato a leggere su L'Uomo Ragno pubblicato dalla Editoriale Corno, e venni folgorato dai supereroi Marvel, senza sapere che stavo leggendo le storie di alcuni degli autori che sarebbero stati ricordati più di tutti. Dopo, ho variato un po' le mie letture con Dylan Dog e Nathan Never, da adolescente, ma ho sempre guardato a storie di ampio respiro. Poi la scoperta di Corto Maltese, di Andrea Pazienza, del fumetto francese. Ed è stato un crescendo continuo che non si è mai arrestato.

Luca Ferrara: Ho cominciato da piccolo con alcuni fumetti umoristici, per molti anni ho letto Topolino (la testata italiana con i fumetti della della Disney), poi verso i 15 anni ho scoperto i comics americani, e mi si è aperto un mondo, mentre cominciavo a capire che avrei voluto provare a disegnarli prima o poi. Con il tempo i miei gusti si sono allargati, includendo Dylan Dog e Tex (saltuariamente), qualche manga, i fumetti americani di vario genere, e le graphic novel italiane ed europee. Insomma è una malattia in costante peggioramento

Ah ah Allora Luca, come hai guarito il male con il male? Come ti sei appassionato al disegno? Da quale età e con quali ispirazioni si disegna?

Luca: A questa domanda ho in parte risposto in precedenza. Per le ispirazioni, i primi modelli sono stati i disegnatori dei comics americani, il primo che mi viene in mente è Mark Bagley perché disegnava Spider-man quando ho cominciato a leggerlo. Ma in poco tempo ho allargato il campo a tanti. In america direi Mignola ed Edoardo Risso (e un po' tutta la scuola dei maestri argentini del bianco e nero). In Italia Ivo Milazzo (molto utile per Dorando Pietri), Sergio Toppi, Massimo Carnevale, Corrado Mastantuono... questi ultimi due sono proprio dei riferimenti fondamentali, perché capaci di disegnare in tantissimi stili. Sono uno che ama adattare lo stile del disegno alla storia (forse anche troppo) e per questo seguo chi riesce a passare da un genere a un altro

Certo, molti amano i fumetti, ma da lì al volerne fare carriera, c'è un passo avanti. Come avete fatto? Era ben accettato in famiglia?

Antonio: Credo che nella mia adolescenza le storie di supereroi abbiano dato il via alla mia fantasia, insieme a letture di fantascienza. Iniziavo a "giocare" creando storie, e poi ho capito che potevo farlo anche professionalmente, così ho studiato sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics a Roma, più altri seminari e corsi che ho frequentato dopo.

Luca: La passione per il disegno l'ho avuta fin da piccolino. Ho frequentato il liceo scientifico e l'università. A cavallo tra la laurea e la specializzazione ho deciso che volevo provare a rendere questa passione per il disegno e i comics qualcosa di più. Mi sono iscritto alla Scuola del Fumetto di Milano per un corso triennale. Intanto davo gli esami dell'università, quindi la mia famiglia non ha potuto dire niente

Antonio, può dirci qualcosa di più specifico su questi corsi? È più facile sentire parlare delle lezioni di disegno. E li visualizziamo anche più facilmente. Come è andata più nello specifico?

Antonio: beh, l'esperienza della Scuola Internazionale di Comics di Roma è stata importante principalmente perché ho avuto come insegnanti Giorgio Pedrazzi e Roberto Dal Prà, che mi hanno saputo soprattutto dare un forte aiuto nel creare il mio personale approccio alla scrittura, e mi hanno fatto capire come impostare le basi per una mia crescita personale. Poi ho avuto la fortuna di frequentare un seminario con Furio Scarpelli, uno dei più prolifici sceneggiatori cinematografici italiani. Dopo ho cercato di variare le mie esperienze, seguendo quando potevo i laboratori di alcuni scrittori professionisti, cercando di accumulare quante più esperienze potevo.

Antonio, quali sono, secondo lei, le qualità necessarie per diventare un buon sceneggiatore?

Antonio: Sicuramente la curiosità, la voglia di esplorare e mettersi in gioco su generi e approcci narrativi differenti. E la pazienza, le storie a volte vogliono tempi lunghi per maturare.

Antonio, ci parli di questo processo creativo. Quando scrivete, rappresentate i caratteri in modo preciso e fisico? Dà poi le istruzioni al cassetto?

Antonio: Cerco di dare alla maggior parte dei personaggi una connotazione fisica funzionale alla storia e al loro ruolo, anche psicologico, nella narrazione. Ovviamente, quando si parla di storie realmente accadute, come per Dorando, fornisco eventualmente la documentazione fotografica necessaria. Altrimenti cerco di non essere troppo pressante e di costruire i personaggi attraverso un buon brain storming col disegnatore.

Luca, cosa ha fatto fino al 2010 e la pubblicazione di "Pippo Fava, lo spirito di un giornale"?

Luca: Finita la Scuola del Fumetto ho lavorato per qualche mese su un fumetto erotico destinato al web. Poi ho realizzato qualche illustrazione per volumi antologici, e una storia breve per L'Insonne, un fumetto indipendente, che ha portato alla collaborazione con Round Robin Editrice, per la quale ho realizzato 24 tavole per il volume "Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo". Il mio lavoro è stato particolarmente apprezzato e quindi mi hanno affidato le matite di Pippo Fava, per il quale ho realizzato anche la sceneggiatura insieme allo scrittore del libro

Quindi le piace trarre ispirazione dalla storia di importanti personaggi italiani, non è vero?

Luca: Non credevo sarei finito a disegnare fumetti su personaggi realmente esistiti, o comunque legati a fatti di cronaca. è stato un percorso quasi "casuale" all'inizio, io fondamentalmente volevo cominciare a lavorare disegnando. E il sogno nel cassetto rimane poter disegnare prima o poi una storia di Spider-man, di Silver Surfer o di Hellboy. Ma la realtà offre storie che paradossalmente risultano più incredibili proprio perché vere, e negli anni credo di aver sviluppato una buona sensibilità nel creare empatia tra il lettore e la storia in questione

Come vanno le vostre collaborazioni con gli sceneggiatori? Quanta libertà hai nel disegno in generale?

Luca: Per ora mi sono sempre trovato bene con gli sceneggiatori. Forse sono stato fortunato, perché anche se ognuno aveva un proprio grado di precisione nel dettagliare la sceneggiatura, ho goduto sempre di molta libertà dell'interpretarla. Mi piace pensare di saper sviluppare gli spunti dello sceneggiatore, di aggiungere, non di sostituire o modificare. Sono passato da sceneggiature più "classiche", come quella di Antonio per Dorando, a fumetti muti dove la sceneggiatura si limitava a una breve descrizione della scena, quasi fosse un quadro

Antonio Recupero e Luca Ferrara

Andiamo ora, se volete, alla vostra riunione. Come è successo?

Antonio: Stavo, dopo un annetto di ricerche, finalizzando finalmente il progetto su Dorando Pietri, ma non avevo ancora un disegnatore. Feci un annuncio sui social per dei provini, e Luca, che conoscevo già avendo pubblicato entrambi per Tunué e per Round Robin, si è proposto. Nel suo provino ha centrato perfettamente l'anima del personaggio, per come la vedevo io, quindi è stato il naturale inizio della nostra collaborazione.

Da francese, non conoscevo affatto questo personaggio davvero straordinario di Dorando Pietri. Può spiegare ai nostri lettori francesi (ma forse anche agli italiani) perché la sua storia meritava un fumetto?

Antonio: Personalmente, sono venuto a conoscenza della storia di Dorando Pietri durante un mio stage in ufficio stampa presso la UISP, una associazione no profit italiana che si occupa di sport di inclusione. Presi un libro dalla loro biblioteca, e lessi avidamente le gesta di Dorando, restandone molto colpito. Dorando è un esempio di spirito sportivo, ma anche di cocciutaggine. Decise di andare contro tutti, scegliendo di essere un corridore professionista, quando tutti lo deridevano per le gambe storte, perché era basso, e lavorava come garzone di pasticceria. Dorando è un simbolo dell'autodeterminazione, al di fuori degli schemi sociali precostituiti. Ci sono voluti anni prima di riuscire a scrivere la sua storia per come mi sembrava giusto raccontarla. Ma era una storia che andava raccontata a quante più persone possibili.

Luca: Io ammetto che non conoscevo il personaggio, l'ho scoperto grazie ad Antonio, e forse questo mi ha aiutato a mettermi nei panni del lettore nel cercare di esaltare gli aspetti che più mi hanno colpito, da aggiungere a quanto detto da Antonio

E così tu, Luca, ci parli di questo disegno. C'è davvero tutto di Dorando Pietri, credo. Quanto tempo ti ci è voluto per catturare tutto in una bella foto?

Luca: Nella storia Dorando incontra tante persone. Qualcuno lo aiuta, qualcuno vorrebbe trattenerlo, qualcuno lo lascia andare, qualcuno lo sostiene fisicamente. Dorando cade, e si rialza anche grazie a chi rimane colpito dalla sua impresa. Ma è anche quello che corre per sé, che trova gioia nella fatica e nello sport. E nel farlo esalta tutti, per questo ci guarda con quegli occhi grandi. Ho provato a mettere tutto questo in un'immagine. e il colore della pista comunica energia pura. Da qui la scelta dell'inquadratura

Parleremo del disegno di Luca, che è stato l'elemento scatenante di questa intervista. Lo trovo piuttosto straordinario. Ma possiamo capirne il significato solo evocando questo episodio. Potete parlarne velocemente, visto che non si tratta di rovinare qualcosa...

Antonio: In breve, Dorando Pietri, da garzone di pasticceria e figlio di contadini, diventa nel giro di alcuni anni un affermato corridore professionista. E viene convocato per correre la Maratona alle Olimpiadi di Londra del 1908. A Londra il 24 luglio è uno dei gironi più caldi e umidi del secolo, un massacro per chi si trova a compiere uno sforzo epico come la Maratona. Peraltro, il percorso, volendo impressionare gli americani (considerati un popolo senza storia) passa davanti a tutti i simboli del vecchio impero britannico, con continui cambi di pendenza e di direzione, fino ad arrivare allo stadio olimpico. Lì, ai 42 km previsti per la gara, vengono aggiunti 195 metri, necessari per porre il traguardo davanti al palco della regina Alessandra. Dorando arriva all'ingresso dello stadio con circa 2 minuti di vantaggio sul secondo, l'americano Hayes. Un distacco enorme. Ma ha dosato male le sue forze, e arriva totalmente esausto, e quasi cieco per la fatica. Inizialmente sbaglia direzione dopo l'ingresso nello stadio, poi viene indirizzato correttamente.

Corre ma ad un certo punto una gamba cede, e cade a terra. Tutto lo stadio lo acclama e lo incita, ma lui fa fatica a sollevarsi dalle ginocchia e un giudice di gara, impressionato, lo sorregge mentre si rialza e riprende a correre. Questo, nonostante Dorando riesca a tagliare il traguardo per primo, gli costerà una squalifica su ricorso degli americani. Ma consegna Dorando alla storia come l'uomo che vinse la maratona ma perse la medaglia.

È stato detto che Sir Arthur Conan Doyle lo ha aiutato a liberarsi di lui? Pensi che sia vero o falso?

Antonio: Arthur Conan Doyle si appassionò alla vicenda di Dorando, e ne fu un gran sostenitore. Per via di una somiglianza, si sparse la voce che fosse il giudice di gara che lo aiutò, ma la cosa è impossibile, in quanto lo scrittore era accreditato come giornalista e in quanto baronetto era presente sul palco d'onore vicino alla regina.

È stata presa in considerazione la possibilità di pubblicare il fumetto fuori dall'Italia (in quanto è vero che i valori veicolati da Dorando Pietri sono universali)?

Antonio: Ah, noi ne saremmo ben contenti, bisogna convincere qualche editore estero, però!

Luca: Eh si... e i valori dello sport e dell'autodeterminazione valgono ovunque, da una prateria africana dove un ragazzino percorre ogni giorno decine di kilometri per andare a scuola al dirigente d'azienda che si sfoga al parco o in palestra dopo il lavoro. Sotto ogni dedica che disegno inserisco la frase "la corsa è lunga, e alla fine è solo con te stesso", tratto dall'articolo di Mary Schmich, giornalista del Chicago Tribune che il 1º giugno 1997 pubblicò questo articolo come una sorta di "Guida alla vita per i neolaureati" (e ripreso nel finale di “The Big Kahuna"), che per me riassume perfettamente il messaggio del libro e dell’epopea di Dorando.

Il tempo passa, purtroppo, e non voglio trattenervi troppo a lungo...Avete altri progetti comuni? Raccontaci i tuoi progetti in generale a ciascuno di noi. Luca, credo che tu abbia alcune pubblicazioni in arrivo in Francia, tra le altre, non è vero?

Antonio: Ho messo da parte il fumetto per un po' per dedicarmi ad altri ambiti di scrittura, ma recentemente sto lavorando con un altro disegnatore a una storia di fantascienza di taglio più pop, ma ancora senza un editore. Con Luca spero fortemente di poter lavorare a un nuovo libro, magari con un respiro più internazionale, ma al momento non c'è niente in preparazione.

Luca: In Francia è uscito Fela Back To Lagos per Glénat: https://www.glenat.com/hors-collection-glenat-bd/fela-back-lagos-9782344025697 . Sempre con Loulou Dedola sto lavorando a un fumetto su Joe Frazier e la sua rivalità con Muhammad Alì per l'editore Futuropolis. e un altro dovrebbe essere in cantiere a breve. Per questo per ora non ci sono progetti con Antonio ma sicuramente succederà di nuovo, in qualche modo.

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L’epica narrazione per immagini della storia di Dorando Pietri, atleta emiliano che tagliò per primo il traguardo alla maratona dei giochi olimpici di Londra nel 1908, ma sorretto dai giudici di gara perché stremato, e perdendo per questo la medaglia d’oro. Il volume ripercorre tutte le tappe che l’hanno portato fino a quel momento, facendo un sapiente e largo uso dei flashback. Il graphic novel firmato da Luca Ferrara e Antonio Recupero si presenta come un’efficace parabola sportiva, nata da una straordinaria storia finita troppo presto nel dimenticatoio. Il volume è realizzato in collaborazione con la UISP, Unione Italiana Sport per Tutti, e parte da un’attenta prefazione proprio del suo presidente, Vincenzo Manco.

Tunué

 

 

 

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Grazie a Stefania Netti per la correzione di bozze.

 

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